A poche ore dall’entrata in vigore della riforma Cartabia, particolare attenzione richiamano gli strumenti introdotti dalla “disciplina organica” della giustizia riparativa.
Mutuata, nelle sue linee generali, dai principi già introdotti con la direttiva 2012/29 UE e nella Proposta “Basic Principles on the use of restorative justice” ONU 2000-2002, la giustizia riparativa è il procedimento che permette alla vittima, alla persona offesa ed all’autore del reato di partecipare attivamente, se vi acconsentono liberamente, alla risoluzione delle questioni risultanti dal reato con l’aiuto di un terzo imparziale.
Le norme che la istituzionalizzano intervengono in tutte le fasi del procedimento e costituiscono un punto fermo nelle scelte difensive delle parti processuali, oltre che nell’esecuzione. L’accesso alla giustizia riparativa coinvolge inoltre figure professionali con competenze multidisciplinari e trasversali, idonee a garantire il percorso riconciliativo.
In questo contesto, ricevono nuova linfa e rinnovata interpretazione sistematica gli istituti della esclusione della punibilità per particolare tenuità del fatto, della estinzione del reato per condotte riparatorie e della messa alla prova. L’applicazione della specifica circostanza attenuante dell’art 62 n. 6 c.p. viene estesa a coloro che hanno partecipato al procedimento di giustizia riparativa. Così come, nella fase della esecuzione, detto percorso è valutato ai fini della concessione dei permessi premio e delle misure alternative previste nel capo VI, nonché ai fini della liberazione condizionale.
Sull’incidenza di tale normativa, anche sotto il profilo della sua pratica applicazione, si è discusso ad Acireale nel corso di un affollato seminario, organizzato dalle Associazioni territoriali dell’Avvocatura catanese: AFA, AGA e Mascalucese.
L’evento conclusivo di un primo ciclo di incontri sulla “Riforma Cartabia” che interessa sia il civile che il penale, ha dichiarato l’Avv. Alessandro Patanè Presidente dell’A.F.A., ha pienamente raggiunto l’obiettivo di fornire ai Professionisti un quadro generale sulla articolata riforma codicistica. Dello stesso avviso, l’Avv. Vito Sapienza, già presidente dell’Associaziome Mascalucese, intervenuto per estendere i saluti del direttivo ai partecipanti al convegno, introdotto dagli interventi del Sindaco della Città di Acireale Ing. Stefano Ali, dell’Assessore Avv. Mario Di Prima e dal Consigliere dell’Ordine Avv. Giuseppe Fiumanò, Presidente Onorario AGA.
Dall’autorevole tavolo dei relatori, il Preside Prof. Alfonso Sciacca ha reso edotta l’attenta platea sui meccanismi della pena e della risoluzione delle controversie nella civiltà greca.
L’Avv. Letizia Galati, insigne penalista del foro Etneo, ha analizzato, con profonda conoscenza, l’articolato normativo della giustizia riparativa, evidenziandone le immediate ricadute in termini di efficacia processuale.
Sui temi dell’ascolto e del dialogo nell’esecuzione della sanzione si è soffermato il Dott. Antonino Gelardi direttore UDEPE di Catania, che ha offerto indicazioni di particolare rilievo sotto il profilo dell’applicazione pratica degli istituti di giustizia riparativa.
Sugli obiettivi della riforma e le criticità di quest’ultima ha relazionato, con riferimenti a dati statistici e prassi applicative, il Vice Presidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Catania Fabrizio Seminara, soffermandosi, in particolare, sull’istituto della messa alla prova. L’illustre relatore ha proposto una rilettura della vigente normativa alla luce della riforma organica introdotta dalla “Cartabia”.
Il potenziato ruolo del terzo settore, secondo le nuove norme di giustizia riparativa, è stato approfondito dal dott. Salvo Raffa Presidente del Centro Servizio Volontariato Catania.
Nel rassegnare le conclusioni, il Presidente dell’AGA Avv. Giuseppe Musumeci, moderatore del convegno, ha richiamato l’attenzione sul valore riconciliativo, e non strutturalmente risarcitorio, della giustizia riparativa.